I consigli di Lisa Baraggioli, educatrice cinofila e titolare di Doggyness, per chi si appresta ad accogliere un cane in famiglia.

La scelta di adottate un cane non è un’azione da prendete sottogamba. Ci sono tante Variabili da considerare, mantenendo sempre sullo sfondo il benessere dell’animale e del suo umano. Per evitare problematiche quindi opportuno rivolgersi a persone competenti. in grado di fornire indicazioni utili nella decisione di quale amico a quattro zampe adottare, per comprendere se è effettivamente adatto al proprio contesto di vita o meno.

Ed è proprio qui che entra in gioco Lisa Baraggioli, educatrice cinofila e titolare di Doggyness. centro cinofilo professionale di Novara, situato in zona Bicocca «Per un’adozione è necessario essere a conoscenza di determinati aspetti – ha spiegato – è meglio porsi prima delle domande, avendo ben chiaro il nostro stile di Vita, se desideriamo un cane di razza o un meticcio, di quale taglia e tanto altro ancora». Il consiglio dell’esperta è volto a favorire un inserimento corretto, scoraggiando scelte incaute che poi possono portare a gravi difficoltà: «Pensiamo per esempio a cani con importanti caratteristiche fisiche ed esuberanti, vivaci. Questi possono mettere in difficoltà i propri umani, soprattutto donne, magari con una corporatura esile e non più giovanissime. Un cucciolo di cane, anche di razza, è un soggetto che non conosciamo ancora, perché dovrà crescere, ma difficilmente sarà identico al cane del nostro vicino di casa che tanto ci piace. E potremmo continuare all’infinito: e un cane che tira? Riusciamo a gestirlo?».

Lisa Baraggioli getta uno sguardo anche sulle abitudini legato al movimento: «Se faccio tanto smartworking forse è meglio evitare un cucciolo che ha bisogno di giocare, saltare, uscire e stare con gli altri suoi simili. Il cane pastore o da caccia non sono adatti a chi ha uno stile di vita sedentario». Non è tutto, perché anche l’ambiente in cui si vive è un fattore cruciale: «Se prendiamo un cane sportivo e viviamo in un appartamento in città, le possibilità di soddisfare i suoi bisogni psicofisici saranno ridotte – ha proseguito – in sostanza il luogo in cui viviamo incide sul tipo di scelta più giusta. Chi ama muoversi deve inoltre fare attenzione a non scegliere una razza che poi potrebbe andare incontro a seri problemi articolari. E se vengono da rifugi o arrivano con la staffetta potrebbero soffrire di traumi, paure e ansie. In contesti urbani per loro è ancora più complicato, case con ampi giardini e spazi rappresentano condizioni più facili per creare un inserimento».

ARTICOLO PUBBLICATO SUL CORRIERE DI NOVARA